Era il 7 luglio 1881, sul primo numero del Giornale dei bambini, appare, con la comparsa dei primi due capitoli, uno dei testi più famosi al mondo: Pinocchio. Il Giornale dei bambini, nato come settimanale nell'ambito del Fanfulla della domenica, è una creatura di Ferdinando Martini, che fonda un giornale a grande tiratura destinato all'infanzia. E proprio uno dei collaboratori scelti da Martini per questa nuova avventura editoriale è Carlo Lorenzini, Collodi, che scrive il suo capolavoro in forma di racconto a puntate. Il più amato burattino, con le sue avventure e peripezie, diventa il filo rosso che lega Ferdinando Martini e Carlo Collodi, Vinicio Berti e Venturino Venturi. Un Pinocchio scoppiettante tra pittura e fumetto – e talvolta inedito - è in mostra al Parco di Pinocchio dal 13 luglio al 31 agosto. E’ quello di Vinicio Berti, artista contemporaneo fiorentino (1921-1991), tra i fondatori dell’astrattismo in Italia, è stato anche un grande illustratore e fumettista.
Pinocchio è stato un personaggio mitico per Berti: forse perché toscano, sicuramente perché, come spiega nel suo Commento alla cartella di litografie “Pinocchio nel Centenario (1881-83 1981-83): 30 scene eseguite e commentate da Vinicio Berti”, il burattino rappresentava per lui uno spirito popolare sottoposto a vessazioni e inganni, ma invincibile. Il materiale esposto nel Museo di Pinocchio: litografie e scritti (questi ultimi, originali) dalla cartella realizzata in tiratura limitata nel Centenario di Pinocchio, alcuni dipinti su carta inediti, il bozzetto per una scenografia della Mostra del Libro per Ragazzi organizzata dal Centro Didattico Nazionale a Firenze nel 1949, un gigantesco telone esposto al Cantiere Sperimentale dell’Immagine nel 1981 - viene da una donazione che la vedova di Vinicio Berti, Liberia Pini, ha fatto alla Fondazione Collodi: opere che l’artista aveva conservato per sé, nel suo studio.
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