“Chiuso in
un cilindro di plastica, un Pinocchio meccanico pedala senza
sosta ruotando
la testa a destra e a sinistra, forse in cerca d’aiuto. Le
ruote della bicicletta cigolano; dal manubrio pendonoragnatele; il
largo colletto dell’abito del burattino, un tempo bianco, è
grigio; il nastro è giallo sporco. Sul grembiule a fiori, sui
calzoni, sulle scarpe si accumula la polvere. “
Non
è l'introduzione di un trhiler di Stephen King e tanto meno la
sceneggiatura iniziale di un film dell'orrore. Quelle che avete lette
sono le parole con cui la Rivista Panorma, il 13 Novembre 2009,
apriva il pezzo intitolato “ La favola triste dell'abbandonatissimoPinocchio”. L'articolo prosegue riportando segni di trascuratezza
del parco: “una
cornice di scritte: la più antica, firmata "Nino e Mara",
è datata 11 ottobre ’92, la più recente risale al 2004.”
O ancora: “alzando
gli occhi, ecco pararsi davanti agli occhi una parete verdastra
di muffa é [...] Spettacolo che non ha impressionato la
turista Kimberley. Il 23 giugno del 2007 ha annotato con
entusiasmo su un dente del Pescecane: "Magnifico!" e
ha lasciato la sua firma.”
Tutto
questo e molto altro si scriveva sulle pagine di Panorma nel 2009 e
la speranza che le cose, da allora, siano cambiate si riduce sempre
di più.
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