venerdì 27 giugno 2014

Pinocchio versus Tripadvisor

Il Parco di Pinocchio non poteva che nascere a Collodi, dove l’antico villaggio è rimasto come un secolo fa, una cascata di case che termina a ridosso della Villa Garzoni e del suo scenografico Giardino; dove nacque la madre di Carlo Lorenzini e lo scrittore trascorse la fanciullezza presso i nonni Orzali. Quando si parla del Parco di Pinocchio a Collodi, dimenticatevi i vari Gardaland e Mirabilandia, qui siamo nel mondo dell’arte e delle fiabe. Piuttosto potrebbe essere paragonato a Parco dei Mostri di Bomarzo, visto che è stato inaugurato grazie a una creazione collettiva di artisti: perfettamente integrato tra i capitoli del libro di Pinocchio e l’ambiente circostante, scoprendo a poco a poco edifici, sculture e mosaici, addentrandovi tra sentieri tortuosi che, di colpo, rivelano un’attrazione. Purtroppo il parco non è solo questo e lo testimoniano i molti commenti su TripAdvisor e i molteplici articoli comparsi sulla stampa. Come quello comparso sul quotidiano Il Tirreno il 12 luglio2013, di cui riportiamo un piccolo estratto:

COLLODI. Nel parco di Pinocchio i bambini sono attratti dalla casa della Fata Turchina dalla Grotta dei pirati o dal gioco dell'oca a dimensione naturale, oltre che dalle tante riproduzioni del famoso burattino parlante. I loro genitori, invece, notano i tanti problemi del parco: dal degrado di tante attrazioni, ai prezzi troppo alti, all'orario di chiusura poco flessibile. E scrivono sui portali di viaggio, come Tripadivisor che «è meglio non andare a Collodi, perché il parco di Pinocchio è tenuto male ed è caro per quello che offre». I numeri sono impietosi: 40mila presenze l’anno perse dal crollo delle Torri gemelle a oggi, anche se i visitatori restano sempre 110mila l’anno «e ai primi di luglio - osserva la Fondazione Collodi che gestisce la struttura - il calo rispetto al 2012 è appena del 2,48%». Un dato aiutato dal mito di Pinocchio che resta il libro risulta fra i tre più letti al mondo, dopo la Bibbia e il Corano, favorendo ancora incassi da 800mila euro allo stesso parco. Altrimenti non si spiegherebbe la corsa della Disney a registrare il nome “Pinocchio” e del tentativo di opposizione messo in piedi, in tutta fretta, dalla Fondazione Collodi. Infatti, è proprio il marchio Pinocchio che ancora garantisce visitatori e incassi: 800mila euro l’anno. Ma il livello di soddisfazione dei turisti è un’altra faccenda, malgrado il parco sia una sorta di museo a cielo aperto: «Nove turisti su 10 che escono sono scontenti. Intanto per i prezzi alti (12 euro adulti, 9 i bambini, ndr) - dicono dalla rivendita di dolciumi della famiglia di Rebecca Ferrali nel parcheggio a fianco al parco - oltre a pagare il biglietto, le famiglie devono pagare anche le giostre dentro il parco. Inoltre, scarseggia l’animazione: c’è un solo spettacolo al giorno e di solito al mattino».


Che dire quindi del Parco di Pinocchio? La natura e l'idea con cui è stato creato, cozza irrimediabilmente con le aspettative di molti turisti che credono di trovare altri tipi di attrazioni dimenticando e trascurando il valore artistico e architettonico della struttura. Occorre andare incontro alle aspettative dei visitatori creando un nuovo parco che riesca a dare impulso anche all'attuale parco monumentale.

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