Oggi sono arrabbiato!
Sono arrabbiato di vedere il burattino più famoso del mondo
sfruttato, questo è il termine giusto, per fini commerciali da ogni
imprenditore della zona, che solo perchè ha una attività in
Toscana, sente il bisogno di usare Pinocchio come amplificatore
pubblicitario. Non è tollerabile, e mi chiedo cosa ne pensi la
pomposa e autoglorificata Fondazione Collodi, dell' uso mediatico che
viene fatto del simbolo per eccellenza di un territorio, di una
cultura e di una tradizione che invece di essere gelosamente
tutelata, viene svenduta senza controllo a chiunque. Volete un
termine di confronto? Bene! Prendiamo come modello comparativo quello
che accade nel mondo con Mickey Mouse, meglio conosciuto nel nostro
paese come Topolino. Escludendo una piccolissima parte di prodotti
fuori controllo e contraffatti, il marchio della WaltDisney è tra i più tutelati e
protetti al mondo. Vuoi usare Mickey Mouse per i tuoi spot
pubblicitari? Chiedi il consenso e paga! Vuoi mettere nella vetrina
della tua attività Topolino? Chiedi il consenso e paga! Vuoi
pubblicizzare un'iniziativa pubblica usando il marchio Walt Disney?
Chiedi il consenso e paga! Non fraintendetemi, dico questo non perchè
la Fondazione Collodi che promuove Pinocchio nel mondo deve lucrare
sul proprio marchio (cosa non sbagliata per altro), ma vorrei che la
Fondazione selezionasse i prodotti e le imprese che il povero
Pinocchio andrà a sponsorizzare. Senza un'attenta valutazione a
monte dell'uso commerciale del burattino di Collodi, si corre il
rischio di vedere Pinocchio sopra ogni prodotto. Se vogliamo tutelare
un patrimonio come quello di Pinocchio, la Fondazione ha il dovere di
controllare il proliferare dell'uso selvaggio del suo bene più
prezioso, evitando di girarsi dall'altra parte quando in ogni bottega
di paese anche la più scalcinata salta sempre fuori un bel
pinocchietto in vetrina, come quello gigante esposto in via di Città
a Siena dal negozio Chocostore.
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