Non esiste in Italia una
stazione di servizio che non abbia, esposto in bella vista, il nostro
amato Pinocchio. Non che sia un male, anzi. Diffondere un simbolo
unico nel suo genere, ricco di significato e di valori, come appunto
il burattino di Collodi, non può che inorgoglire il nostro spirito,
sopratutto se acquistato da bambini di tutto il mondo. Il mio dubbio
però è sempre lo stesso: possibile che la Fondazione Carlo Collodi
non riesca a controllare e regolarizzare il commercio e la vendita,
di un prodotto che non molti anni indietro aveva addirittura provato
a registrare. L'esempio è sempre lo stesso e non mi si venga a dire
che sono due cose differenti. Infatti, così come la Disney tutela e
diffonde, solo tramite canali ben precisi i suoi prodotti, la stessa
cosa dovrebbe fare anche la Fondazione. Se il primo tentativo, datato
1998, di depositare il marchio del burattino Pinocchio è andato a
buon fine, mi spiegate perchè in ogni mercatino, bancarella,
stazione di servizio e chi più ne ha più ne metta, imperversano
migliaia di pinocchietti senza un marchio di qualità, senza una
confezione senza una certificazione di un prodotto originale. Se
invece il tentativo di legalizzare lo sfruttamento di immagine e
commerciale di Pinocchio è fallito, si deve insistere, continuando a
lottare per il nostro Pinocchio. Non capisco infatti perchè la
Fondazione non provi a percorrere questa strada. Andate a comprare
anche una semplice tazza di Topolino e scoprirete che nella
confezione, cosa che i pinocchietti di legno non hanno, sono
riportate tutte le info di tutela del marchio, la provenienza del
prodotto e un sacco di altre cose che vi fanno subito capire che
quello che avete tra le mani è un prodotto originale. Per farla
breve sono felice di vedere in ogni angolo d'Italia un pinocchietto
di legno ma mi rammarico della grande occasione persa dalla
Fondazione per garantire e tutelare un simbolo, che se solo fosse
stato un prodotto culturale Americano sarebbe stato decisamente più
protetto creando intorno ad esso un vero e proprio indotto.
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